welcome to the circus


“Welcome to the Circus” di Andrea Chisesi è la collezione che ci invita a riscoprire il dono della meraviglia, quella sensazione che ci lascia con gli occhi spalancati, trasformando un istante in un mondo di sogno e di incanto, dove la realtà si fonde con l’illusione.

Capita, a volte, di non riuscire a trovare le parole adatte per esprimere un’emozione, uno stato d’animo o un paesaggio straordinario. Più grande e infinito è ciò che proviamo, più difficoltà si ha nel trovare le parole giuste che spieghino quello che sentiamo. Ognuno di noi ha un ricordo del circo nella propria infanzia: Federico Fellini in un’intervista dell’82 racconta di come si è sentito “risucchiato dentro questo gran pancione caldo e profumato, anche se erano profumi un po’ violenti, mi è sembrato di arrivare a casa, ecco mi sembrava di vedere qualcosa di completamente estraneo, ma di profondamente familiare.”

Quello che desta grande interesse è l’appartenenza a qualcosa, questo senso di grande famiglia, i circensi sono tra loro collegati da rapporti parentali, crescono e vivono tutti insieme.
Nelle loro famiglie si tramanda il mestiere di padre in figlio, tutti i membri fanno parte della macchina dello spettacolo, dal montaggio del tendone allo show.

Nelle opere di Andrea Chisesi è noto il suo rapporto con il deterioramento, con il tessuto sociale raccontato sui manifesti, che strappa ed incolla sulla tela, ma quello che non sappiamo è perché oggi, nell’era del “politically correct”, sente il bisogno di raccontare il circo.

Nella vita di un artista niente è dato per scontato, egli plasma la sua emotività, le sue esperienze e il suo compito è di svelare al mondo il suo pensiero attraverso la sua arte.

Egli ricerca, nelle immagini, il sogno, ovvero quello stupore che troviamo negli occhi limpidi di un bambino. Per questo ha scelto le immagini dell’epoca d’oro del circo, quando nel turbine della modernità, tutti accorrevano per vedere le stranezze del mondo sconosciuto: acrobati, pagliacci, animali esotici che arrivavano da mondi lontani.

Come dice P.T. Barnum, “l’arte più nobile è quella di rendere gli altri felici”, e per l’acrobata quel solo istante in cui sente lo scroscio degli applausi, per lo spettatore il sollievo di vedere la performance riuscita e la realizzazione delle aspettative, sono quella piccola porzione di tempo che si chiama felicità.

Nello studio di Andrea Chisesi, non troviamo solo tele, colori e pennelli; il suo spazio è intimo, pieno di cose, parte del suo vissuto, dei ricordi del suo passato o di strani oggetti che colleziona, per questo spesso è colmo di apparente caos e se ci soffermiamo ad osservare i manifesti strappati ed accatastati scorgiamo slogan e pubblicità di colore fluo, quelli del circo, coperti o strappati in parte, ma che evocano nell’immediatezza tutto quel mondo fantastico.

“Welcome to the Circus” è un omaggio alla diversità umana, celebra la forza di chi, come i circensi, ha fatto della propria vita un’arte. In questo contesto, Chisesi ci guida in un viaggio emozionale, nelle sue opere si paventano le anime circensi, trasportandoci in un mondo di grazia, bellezza e forza e ci invita a guardare oltre le facciate, a scoprire il mondo di meraviglia e complessità che si cela dietro lo spettacolo. Non è un lavoro quello che svolgono, è la rappresentazione della loro vita, è una porta verso un mondo incantato, dove la bellezza risplende in tutte le sue sfumature, dove la forza dell’umanità trova la sua massima espressione. Ogni pennellata è un invito a celebrare la vita in tutta la sua magnifica diversità, proprio come il circo ha fatto per secoli, portando sorrisi e gioia a generazioni di spettatori affascinati. Qui, il circo è più di un luogo, è una casa che abbraccia le anime erranti, un’intera società che si regge su pilastri di passione e orgoglio.

La nostra vita è un grande spettacolo circense, fatta da luci ed ombre: i proiettori si accendono e lo spettacolo inizia, poi si spengono, cala la notte e ci prepariamo ad affrontare un nuovo giorno.

Chisesi ci mostra quello che è stato il circo, con la speranza che questa grande etnia non sparisca per sempre, con l’augurio di vedere con occhi pieni di meraviglia il più grande spettacolo del mondo ancora per molti anni !